In un tempo di grande deresponsabilizzazione, in cui è facile sentir risuonare la litania del “non tocca a me”, “farà qualcun altro”, “non mi riguarda”, “non è una mia responsabilità”, l’istituto Gramsci Keynes, all’interno del percorso inclusivo che coinvolge gli studenti con una certificazione di disabilità grave e le rispettive classi, ha scelto di mettere al centro dell’attenzione Hannah Arendt ed il suo capolavoro “La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme”.
La vittima di un tempo diventa giudice. Il carnefice imputato. E il male, che ad Auschwitz era apparso nella sua radicalità, mostra l’altra faccia, quella banale, quella di Eichmann, ma anche di tanti di noi, servi zelanti, automi obbedienti all’apparato.
Nei diversi laboratori di sceneggiatura, scenografia, teatro che costituiscono il percorso e confluiranno nella rappresentazione finale, daremo voce anche a chi ha trovato il coraggio di opporsi alla violenza, disobbedendo e vivendo una cittadinanza attiva che ha cambiato la loro storia e fatto Storia: Gino Bartali, Rosa Parks, ma anche le donne che hanno rinnegato i legami mafiosi, Eugenia Carfora Ds in un istituto a Caivano, la cooperativa La Paranza al rione Sanità, il centro Padre Nostro a Brancaccio, fino ai piccoli germi di bene seminati nella nostra città.
Perchè ciascuno trovi il coraggio delle proprie azioni, si impegni per il cambiamento e sappia scegliere da che parte stare.
Noi siamo le scelte che facciamo!