L’idea nasce dalla sfida di fare bene il bene, togliendo dal proprio vocabolario la parola “assistenzialismo”. Scopo principale è l’accompagnamento al lavoro, inserimento lavorativo e valorizzazione definitiva e risolutiva degli ultimi, degli inoccupabili, degli “scarti umani” in un progetto assimilabile ad uno aziendale-familiare. Non ha un target definito di destinatari, ma si rivolge ad ogni tipo di persona svantaggiata, qualunque sia il suo svantaggio e opera facendo leva su quello che è la propria attitudine, capacità e talento, sostenendo e curando le loro “povertà”. Il metodo si è concretizzato attraverso la nascita di un laboratorio artigianale sociale che lavora con materiali considerati SCARTI (da buttare) e il recupero li trasforma nella realizzazione di oggetti meravigliosi (arredo, gadget, giochi, per animali) attraverso le mani degli “SCARTI” della popolazione, così considerati dalla collettività. Ecco perché il suo nome “parola chiave: SCARTO”
Progetto finanziato nel 2020